La Russa senza freni: “Non potrò mai essere accomunato ai violenti di sinistra"
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La Russa senza freni: “Non potrò mai essere accomunato ai violenti di sinistra”

Ignazio La Russa

Ignazio La Russa, presidente del Senato, interviene sul tema dell’antifascismo e della violenza politica degli anni Settanta.

Durante la presentazione del libro “Sergio Ramelli, una storia che fa ancora paura” di Guido Giraudo, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha rilasciato dichiarazioni destinate a suscitare un vivace dibattito. L’evento, svoltosi nella Sala Tatarella della Camera dei Deputati, ha visto la presenza di importanti esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui Fabio Rampelli e Galeazzo Bignami. La Russa, che ha curato la prefazione del libro, ha voluto ricordare la vicenda di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù assassinato nel 1975, come simbolo di riflessione sulla violenza politica.

Nel suo discorso, La Russa ha espresso un netto rifiuto del termine “antifascista”, sottolineando come non possa essere associato all’antifascismo militante degli anni Settanta, spesso caratterizzato da episodi di violenza contro esponenti di destra. “Quando io non pronuncio la parola ‘antifascista’, è perché io non potrò mai essere accomunato a chi in quegli anni andava a prendere sotto casa un ragazzo. Non c’è unicità di antifascismo”, ha dichiarato.

Ignazio La Russa
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La Russa: un confronto tra destra e sinistra

Uno dei passaggi più significativi del discorso di La Russa riguarda il confronto tra le violenze perpetrate dagli estremisti di destra e sinistra durante gli anni di piombo. “C’è qualche giornalista di sinistra che ricordi un solo caso di violenza attribuita alla destra con le stesse modalità usate dai violenti di sinistra? Io non ne conosco. Se ce n’è, deve essere un caso davvero raro perché non mi è noto”, ha affermato.

Riferendosi agli episodi di violenza dell’epoca, ha citato il termine “cucchino”, usato per descrivere gli agguati a militanti di destra a Milano: “Sapete cosa era il ‘cucchino’ a Milano? Non significava ‘andare con una ragazza’, ma aspettare sotto casa e prendere, dieci contro uno, un militante di destra”. Secondo La Russa, questi attacchi non venivano solo da gruppi estremisti come Potere Operaio, ma anche dal Movimento Studentesco, “che aveva la copertura totale”.

Ha inoltre evidenziato come le proporzioni tra terroristi di destra e di sinistra fossero differenti: “C’è anche lì dieci a mezzo, dieci a uno”.

Il ricordo di Sergio Ramelli: un simbolo per l’Italia intera

La figura di Sergio Ramelli è stata centrale nell’intervento di La Russa, che ne ha sottolineato l’importanza come simbolo di sacrificio. “Sergio ha avuto per noi un’influenza incredibile. Se lui era morto, potevamo noi deflettere immeritatamente in vita?”, ha ricordato. Ha anche citato il consiglio di Giorgio Almirante di non politicizzare il processo sulla morte di Ramelli: “Giorgio Almirante mi disse di difendere la famiglia, senza costituirci come partito, anche se avremmo potuto parte civile”.

Concludendo, La Russa ha invitato a fare del sacrificio di Ramelli un esempio per l’intero Paese: “Dobbiamo offrire il sacrificio di Sergio all’Italia. Non solo alla nostra parte politica, ma a tutta l’Italia, perché sia chiaro che la violenza politica va combattuta”.

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ultimo aggiornamento: 7 Dicembre 2024 10:26

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